Diogo do Couto

Fece ritorno in patria nel 1570, ma non poté sbarcare a Lisbona a causa di un'epidemia di peste. Ritornò in Oriente, avendo ricevuto da Filippo II di Spagna (che dal 1580 governava anche il Portogallo come Filippo I, a seguito della morte di re Sebastiano I del Portogallo nella battaglia di Ksar El Kebir) la nomina a cronista ufficiale del regno. Proseguì nella stesura delle ''Décadas da Ásia'' di João de Barros, contenenti la storia dei viaggi di esplorazione e colonizzazione intrapresi in Asia dai portoghesi a partire dal regno di Manuele I del Portogallo. Vi aggiunse nove tomi, per un totale di novanta libri. Essi però furono pubblicati solo in parte a causa di varie vicissitudini, tra le quali il furto dell'ottavo e nono tomo. Un'edizione di 14 tomi, completa tranne per le parti perse in incendi e furti, uscì solo nel decennio 1778-1788.
L'epoca in cui visse Couto fu ricca di tormenti per il regno del Portogallo, entrato in una fase di decadenza. I suoi volumi delle ''Décadas'' perdono il tono in genere apologetico di quelli di Barros. Diogo do Couto non si peritò di nascondere abusi, corruzione e violenza perpetrati dai portoghesi nelle Indie e si documentò sugli scritti di storici orientali, oltre a raccogliere resoconti di prima mano di viaggiatori portoghesi.
Tra le sue opere, oltre alle ''Décadas'' e alle orazioni commemorative e gratulatorie proferite durante i soggiorni in Oriente, vi sono la relazione del naufragio della nave S.Thomé nella ''História trágico-marítima'' e il ''Diálogo do Soldado Prático'', che contiene una critica del comportamento dei funzionari coloniali portoghesi e rivela la loro smodata ambizione, l'amore per il lusso, l'oppressione dei poveri, la mancanza di dignità e l'abitudine di relazionare falsamente il re. da Wikipedia
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